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Scanno è adagiata su uno sperone del Monte Carapale, nell'Alta Valle del Sagittario, al termine del bacino del omonimo lago distante circa 3 km dall'abitato. Situata tra il Parco Nazionale d'Abruzzo e l'Alta Valle del Sagittario, la natura che circonda Scanno si presenta in maniera aspra e singolare. Il lago, meta ambita di pescatori e di coloro che ricercano la quiete assoluta, è una delle perle dell'intera regione. Famoso poi il tipico abito muliebre, diverso da tutti gli altri costumi abruzzesi. Una passeggiata per le stradine del centro storico, tra scalinate, piazzette e splendidi balconi e' un rito imperdibile per i tanti turistici che qui accorrono in tutte le stagioni anche per le tante possibilità offerte dal comprensorio.

Alcuni resti di strutture murarie segnalano la presenza di diversi antichi insediamenti romani, mentre dell'attuale abitato ci giungono notizie nell'XI secolo; feudo a quel tempo dei di Sangro, appartenne in seguito ai d'Aquino, ai d'Avalos, ad Annibale Pascale, a Tommaso de Franchis, a Francesca Albrizio, ai d'Afflitto ed infine ai Caracciolo di Melissano. Devastato dalle truppe pontificie all'inizio del Duecento, Scanno ebbe a soffrire dai molti terremoti che funestarono la zona tra il Trecento e il Settecento.

Il nome Scanno deriva molto probabilmente dalla sua originale forma a sgabello, "scamnum" appunto, con le case tutte a ridosso fra  di loro, strade molto strette e numerosi vicoli ciechi.

La maggior parte delle abitazioni del centro storico sono raggiungibili attraverso delle ripide scalinate esterne chiamate in gergo locale "cemmause" (cemmose), frequentate dalle donne per prolungare i lavori domestici ed artigianali, sfruttando al massimo la luce del giorno.

La questione dell'origine della popolazione di Scanno (scannesi), è stata trattata da molti eminenti studiosi, poiché le caratteristiche peculiari del costume delle donne, degli usi, delle tradizioni e del dialetto hanno fatto ritenere a certuni che il gruppo etnico fosse di origine orientale.